Se è vero che molti sintomi “parlano”, cioè esprimono qualcosa della persona che ne soffre, è vero anche che alcuni parlano molto più di altri: sono più immediati e, soprattutto, più frequenti, tanto da diventare qualcosa di molto diffuso nella popolazione. Mal di stomaco, mal di testa, mal di pancia mal di schiena: spesso dietro questi “mali” non c’è una patologia organica vera e propria o una lesione tissutale significativa – anche se questi aspetti vanno sempre esclusi attraverso controlli medici – ma un’alterazione funzionale provvisoria, che può durare qualche minuto, qualche ora o qualche giorno, e poi sparire senza lasciare traccia. Si può dire che uno di questi disturbi fa parte della vita di almeno quattro persone su cinque. Non c’è di continuo, ma si presenta con una certa frequenza quando si è stressati, preoccupati, in conflitto. È il modo con cui il soggetto, inconsciamente, esprime disagi, bisogni e contrarietà che, a livello cosciente, non riesce a manifestare o a percepire.
Tra questi disturbi il mal di stomaco è quello maggiormente implicato nelle problematiche della vita relazionale. Non parliamo di quello dovuto a un’ulcera o una gastrite da farmaci o da infezioni – che pure sono collegati alle relazioni, ma in modo più complesso – ma di quello caratterizzato da una alternanza di bruciore, dolore, pesantezza, crampi, nausea, lentezza digestiva, eruttazioni. Quando il medico ci dice che “è una gastrite da stress” non dovremmo accontentarci di questa definizione e di ammutolire i sintomi con grandi quantità di farmaci. È fondamentale ascoltare che cosa ha da dirci. E il mal di stomaco ricorrente ha da dirci cose ben precise e molto utili per la nostra vita.
Lo stomaco è una parte di noi che entra in intimo contatto con il mondo esterno: accogliendo il cibo accoglie “pezzi di realtà” e, dopo averli accolti, è chiamato a digerirli, cioè a trasformarli e a dividerli in una parte che verrà eliminata e in una parte che verrà assorbita e diventerà parte di noi. In contatto con le aree del cervello deputate alle emozioni e agli stati d’animo, lo stomaco costituisce il contenitore di tutto quel che viene dall’esterno e, nello stesso tempo, il “Grande Selezionatore” di questo esterno con cui entriamo in contatto. È in grado di capire se un cibo è adatto a noi (buona digestione), se lo è solo in parte (digestione laboriosa e senso di peso) o se proprio non lo è (nausea, crampi ecc).
Ma la sua funzione non riguarda solo il cibo: lo stomaco si fa carico di esprimere anche lo stato attuale delle nostre relazioni. Se sono complessivamente buone, difficilmente presenterà sintomi, ma sarà proprio lo stomaco a soffrire se c’è, nei nostri rapporti con gli altri, qualcosa che “non riusciamo a digerire”. Qualcosa verso il quale proviamo un intimo rifiuto: una persona, un’atmosfera, un modo di lavorare… Ecco che il mal di stomaco, uno dei sintomi più fastidiosi, può diventare un grande alleato nel riconoscere quel che noi non vediamo o che tendiamo ad ignorare, pensando di poter resistere a oltranza.
Le domande che dobbiamo farci sono dunque queste: “C’è una situazione quotidiana (lavoro, amicizie, coppia, famiglia) nella quale mi trovo male ma a cui mi sottopongo ugualmente? Riesco a dire di no quando mi vengono fatte richieste eccessive oppure mi obbligo a “mandar giù tutto”? Nelle relazioni che contano sono rilassato oppure teso e in ansia da prestazione? Lo stile di vita che faccio contiene una quantità sufficiente di cose che “fanno per me””». Ecco, riflettere su questi aspetti è fondamentale. La cura non deve essere solo focalizzata sul sintomo corporeo: cogliere davvero il senso del mal di stomaco significa rimettere a posto la qualità del proprio quotidiano e prevenire in futuro un’altra ondata di malessere.
Chi somatizza a livello dello stomaco spesso ha scordato cosa gli piace e cosa no. È fondamentale riscoprire propri veri gusti, desideri e bisogni, spesso mascherati dagli influssi provenienti sia dal passato personale sia dal presente collettivo. troppe volte inseguiamo obiettivi non davvero nostri.
Se vuoi che il tuo stomaco stia bene, fai anche tu, nelle relazioni, quello che esso fa con il cibo: seleziona, separa quel che ti è affine da quel che non lo è, individua quel che può nutrire la tua anima, il tuo cuore, il tuo senso della vita, ed evita quel che li intossica. Certo diversi obblighi sono ineludibili, ma non dobbiamo certo sottoporci a qualsiasi cosa arrivi.
Tanti mal di stomaco si potrebbero evitare con un maggiore rispetto di se stessi, in particolare prendendosi solo le responsabilità che si è in grado di sostenere con le proprie forze, e non di più. Un calcolo che, beninteso, deve tener conto anche del tempo necessario per il piacere e lo svago. Non dobbiamo accogliere tutto. Sicuramente qualche peso possiamo toglierlo.
Lascio qui la meditazione del terzo chakra che può aiutare nel portare equilibrio e armonia.
Un bacio a tutti.