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Cervicalgia o cervicale, significato psicosomatico.

Ciao a tutti miei cari  viandanti, oggi voglio parlarvi della cervicale, e di scoprire il suo significato psicosomatico.

Molti di noi ne soffrono ma pochi sanno quale sia il messaggio che porta.

Anche se in molti casi il dolore può essere causato da posture scorrette, sedentarietà eccessiva, traumi al collo, umidità o altro, la cervicale è principalmente un disturbo psicosomatico, riconducibile a stati emotivi di forte stress e ansia. Il tratto cervicale, infatti, oltre a sostenere il capo, supporta anche la coscienza, le paure, la volontà e i pensieri di ognuno di noi e tutto il peso della testa appoggia in questo punto sulla colonna vertebrale. La cervicalgia rivela un legame simbolico la cui vera chiave psicosomatica risiede nel senso di responsabilità avvertito in maniera spropositata. In pratica, gli individui che soffrono di cervicoalgia  sono spesso persone che si distinguono per un carattere eccessivamente rigoroso che sfocia nell’assumersi a volte responsabilità troppo grandi o troppo numerose da supportare. In genere chi NE soffre esercita un’attività riflessiva molto intensa ed è molto determinato nel perseguire la direzione intrapresa, anche se questa si rivela molto faticosa. Da qui deriva un irrigidimento dei muscoli e dei tendini della zona cervicale.

Il collo è un importante crocevia e punto di passaggio delle nostre emozioni e quando si accusano disturbi in quest’area del corpo vuol dire che tra le parti interessate viene a mancare l’equilibrio e la capacità di orientarci nello spazio che ci circonda. Ciò che nasce nel cervello prima di mettersi in movimento, passa dal collo. Se il tratto cervicale viene colpito da un irrigidimento delle vertebre, il collo diventa rigido ed è come se perdesse la sua funzione di raccordo fra la testa e il resto del corpo. Quando questo succede è la ragione a prevalere, il che comporta inevitabilmente una maggiore insofferenza e quindi ansia e stress. La persona con il collo rigido non è in grado di orientarsi nello spazio, guarda solo verso una direzione, non è in grado di avere una visione chiara e “panoramica” di ciò che lo circonda e quindi vive senza cogliere gli stimoli e le opportunità che la circondano, come se avesse gli occhi bendati.

In altri casi il collo può essere proteso in avanti, posizione tipica di coloro che volgono lo sguardo solamente verso il futuro, mentre le persone “senza collo”, ovvero quelle in cui le vertebre riducono lo spazio che le separa e la colonna si accorcia, sono solide e concrete e resistono alle responsabilità che si pongono davanti.

Spero che vi sia d’aiuto, un abbraccio a tutti voi.

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