È la principale causa di assenza dal lavoro e uno dei disturbi per i quali si consuma il maggior numero di farmaci, oltre a essere in diversi casi motivo di invalidità riconosciuta. Comunque le si chiami, mal di testa, o cefalea, emicrania, rappresentano un calvario per chi ne soffre. Dietro ogni mal di testa frequente, c’è una vita individuale che subisce continui stop, dovuti ai sintomi, alla loro intensità e durata e agli effetti collaterali dei farmaci che spesso la persona assume per domare il problema. Un sintomo invadente e molto diffuso, che influisce negativamente sulla vita quotidiana della persona e sulla sua trama esistenziale.
Dunque, che cosa rappresenta quel dolore alla testa che ci tormenta? Cosa si nasconde dietro ai nostri attacchi di mal di testa? Le risposte possono essere varie e mostrare tratti insospettabili della nostra personalità. Ogni cefalea ha le sue radici nel carattere dell’individuo che ne soffre. Esistono però alcune tipologie di personalità più a rischio: in particolar modo, quelli che…”non staccano mai” e le persone troppo perfezioniste, formali e rigide.
Il mal di testa non colpisce a caso: quando si cronicizza tende a scegliere le sue “vittime” fra persone che hanno un’attività di pensiero ipersviluppata e che difficilmente riescono a staccare la spina e a far riposare la mente. Possiamo ritrovare le cause che spingono il cervello a questo doloroso tour de force nei tratti del carattere che predispongono a somatizzare i disagi sotto forma di mal di testa. Ecco di seguito alcuni di questi tratti. Attenzione: se vi riconoscete in almeno tre di essi, siete a rischio cefalea.
Eccesso di razionalità
“Penso, dunque sono”: potrebbe essere questo il motto di chi soffre di mal di testa. Non c’è nulla che, secondo lui, non debba cadere sotto il bisturi tagliente della razionalità. Ecco dunque che ogni questione viene sottoposta a un’analisi impietosa e rigorosa: non si smette di pensare fino a quando non se ne viene a capo, ossia non si arriva a una conclusione o a una definizione, in genere rigida, che esclude la possibilità che vi siano modi diversi di vedere la realtà.
Perfezionismo
“È tutta questione di volontà, in ogni caso bisogna sempre dare il massimo”: questo è il motto del perfezionista. E chi soffre di mal di testa punta sempre alla perfezione e ha aspettative alte, specie verso sé stesso. È molto severo e attento al giudizio altrui, teme di sbagliare e considera qualunque errore come una colpa o una vergogna. Nulla viene lasciato al caso, ogni gesto diventa una performance che finisce col perdere di vista l’obiettivo concreto e i desideri più elementari.
Formalismo
Molto formale nei modi, il cefalalgico tiene a fare buona impressione sugli altri, si sente piuttosto a disagio quando è al centro dell’attenzione, preferisce passare inosservato e dare un’immagine di normalità. In genere giudica con poco favore ciò che è vistoso e diffida delle persone spontanee. Molto del suo formalismo è dovuto a un’educazione rigida.
Eccesso di altruismo
Difficilmente chi soffre di mal di testa si tira indietro quando c’è bisogno di lui. La sua disponibilità nei confronti degli altri però non è gratuita; spesso il favore più che all’altro lo fa a sé stesso: se è lui a far le cose, può controllare come vengono fatte. Ecco perché buona parte dei suoi interventi o dei gesti di abnegazione, più che da una genuina disponibilità, nascono dal desiderio di fare le cose come si deve, ossia a modo suo.
Rancori inespressi
Il passato è come un enorme archivio in cui rimangono in sospeso tante, troppe pratiche: esperienze, ricordi belli o brutti che siano si mettono via ma non si cancellano. Lo stesso vale per i torti subiti: chi soffre di mal di testa non lascia cadere, anzi, tende a essere piuttosto rancoroso. Difficilmente però riesce a esprimere ciò che sente: piuttosto a forza di trattenersi, sbotta. Ma prima di arrivare a questo punto, quanto mal di testa!